Jean Ziegler, La privatizzazione del mondo. Predoni, predatori e mercenari del mercato globale

di Nicola Simoni

 

Ziegler, che ha alle spalle una lunga esperienza – oltre che di sociologo e docente universitario – di funzionario ONU per i diritti dell'uomo, ci consegna un testo che ha l'agilità e l'utilità di un piccolo manuale al quale poter far ricorso di volta in volta, laddove occorresse richiamare alla memoria, o scoprire, il funzionamento di determinate strutture e i caratteri di specifici processi socio-economici. La sua esperienza sul campo gli permette inoltre di illustrare con esempi illuminanti gli effetti provocati da politiche economiche disastrose sulla vita di intere popolazioni, in particolare in quello che si era soliti chiamare “terzo mondo”.

Il fenomeno storico al quale Ziegler fa riferimento e chiama “privatizzazione del mondo”, che coincide dal suo inizio con la “globalizzazione”, che coincide con la fine dell'URSS, che coincide con l'instaurazione di un “nuovo ordine mondiale” che è quello dell'impero USA, che si nutre di “neoliberismo” predatorio e sviluppo selvaggio dei grandi capitali transnazionali, questo fenomeno si realizza attraverso l'azione congiunta di numerosi soggetti. Ecco dunque I predatori, gli oligarchi che hanno progressivamente fagocitato la gran parte della ricchezza socialmente prodotta nel mondo. Ed ecco, indispensabile strumento di ciò, I mercenari. Questi ultimi operano attraverso strutture; in primo luogo il WTO, l'Organizzazione mondiale del commercio, che è “senza dubbio la più potente macchina da guerra a disposizione dei predatori”. Ma se “I mercenari del WTO si occupano dei flussi commerciali, quelli della Banca mondiale e del FMI [Fondo monetario internazionale] [si occupano] dei flussi finanziari”. Ora, è proprio nell'aver succintamente riportato i caratteri di questi organismi (come anche più in generale dell'ONU, di cui, si badi, Banca mondiale e FMI – ma non il WTO – almeno formalmente fanno parte) sta uno dei pregi del libro, quello, come dicevo, manualistico (l'altro essendo quello di “testimonianza).

Occorre però domandarsi a questo punto quanto questo quadro sia mutato (la prima edizione del libro è del 2002). Non certo nel senso che quelle strutture abbiano mutato anima e funzione, piuttosto in questo, che il quadro mondiale in cui operano è ormai quello di un “ordine mondiale statunitense” sempre più fragile in quanto sottoposto a tensioni e attacchi inediti. L'evidenza di ciò è nel progressivo passaggio degli USA da una politica economica neoliberista ad una protezionista.

Ma altre domande sorgono dalla lettura dell'ultima parte del libro, “Democratizzare il mondo”, laddove Ziegler si propone di indagare prospettive, possibilità e attori, in vista di una “nuova società civile planetaria”. Vediamoli dunque questi soggetti.

  1. Le organizzazioni operaie e sindacali

  2. I movimenti contadini

  3. I movimenti delle donne contro la discriminazione sessuale

  4. I popoli autoctoni e le loro società tradizionali precapitaliste

  5. I movimenti, le associazioni e i partiti ecologisti

  6. I grandi movimenti sociali (o le ONG) che non si limitano a un intervento settoriale ma criticano e combattono l'ordine planetario del capitale finanziario

Viene da chiedersi come sia pensabile che tali soggetti possano – interagendo – sviluppare e trasformare la loro particolarità fino a farne la particolarità di un soggetto sociale tendenzialmente universale (con Gramsci, egemonico). La loro eterogeneità e, in molti casi, la loro limitatezza teorica e strategica (quando non anche la loro ambiguità, dal ruolo delle ONG all'ideologia antimodernista e irrazionalista di certi movimenti) non induce a dover pensare che si sia di fronte a soggetti non all'altezza del compito storico che oggi si impone?

 

 

Jean Ziegler

La privatizzazione del mondo.

Predoni, predatori e mercenari del mercato globale

(Titolo originale: Les nouveaux maîtres du monde et ceux qui leur résistent)

Il Saggiatore 2010